mercoledì 10 ottobre 2012

22 Settembre 2012 - Zucco dell'Angelone


Ok sono un po in ritardo... ma non lamentatevi perché ora vi parlerò di roccia, scarpette da arrampicata e...

Chiacchieriamo tutti e 4 in auto, il viaggio non sarà molto lungo oggi (22/09) andiamo ad arrampicare allo Zucco dell'Angelone in provincia di Lecco.

La via l'ha scelta il buon Manuel che oggi è in cordata con Mauri, visto che sulla carta non è nulla di troppo impegnativo ci siamo aggregati anche io ed Orz.

A dire il vero non si tratta di una sola via visto che si è deciso di concatenare due vie in maniera tale da arrivare sulla cima dello Zucco, quindi oggi andremo a vedere come sono questa "Via Ortofresco " e "Schiavi della pietra".
Arrivati al parcheggio della funivia per i piani di Bobbio carichiamo gli zaini in spalla, ci aspetta una camminata di una quindicina di minuti per arrivare all'attacco della via.
Ma come ben si sa l'imprevisto è dietro l'angolo e così mentre stiamo camminando nel bosco vediamo un oggetto non identificato di colore bianco che rotola velocemente verso valle... è il caschetto di Orz che in qualche modo ha deciso di fuggire, per fortuna dopo una cinquantina di metri ci ripensa e si ferma ad aspettare in buon Orz che andrà a recuperarlo.

Arriviamo all'attacco della via e ci tocca metterci in fila per una buona mezzoretta dietro al altri climbers che probabilmente si erano svegliati qualche minuto prima di noi con la nostra stessa idea.
Ma adesso basta chiacchierare e scherzi, si inizia con l'arrampicata!! Fortunatamente Orz è uno dei più grandi falesisti degli anni 90 e così mi basta spiegargli solo un paio di nozioni sulle vie a più tiri e siamo pronti a partire!

I primi tiri filano lisci,  anche più facili del previsto, poi probabilmente ci mettiamo a seguire la fila di spit sbagliati perché le difficoltà crescono esponenzialmente... gli appigli incominciano a scarseggiare e le gambe ogni tanto tremano... ma per fortuna riusciamo a passare anche questo punto critico.

Così finisce la prima parte della via, adesso ci aspetta un sentiero nel bosco che nel giro di pochissimi minuti ci porta all'attacco della seconda via. Anche in questo caso siamo in fila per poter iniziare ma il motivo è che.... anche le altre cordate non riescono a salire, la via è troppo difficile!!
Ma come...??? Eppure sulla carta non dovrebbe essere nulla di che!!
Manuel, che ci precede, prova a salire e con gran difficoltà ci riesce, poi vedo Orz che guarda la parete sulla nostra destra e mi chiede che via sia quella che segue una fila di spit che parte a pochi metri da noi.
Ecco svelato il mistero! avevano tutti sbagliato via!! Quella giusta è quella che ha visto Orz, mentre l'altra era una variante "masochista" della via.

Così si riparte, ma per quanto mi riguarda la voglia di arrampicare un po mi è scappata, troppa gente sulla via, (non sono quasi mai riuscito a trovare la sosta libera, dovendo così inventarmi tutte le volte qualcosa..), troppo tempo fermi ad aspettare che la cordata davanti a noi procedesse e sopratutto troppo male ai piedi causa nuove scarpette..

Ma proprio quando non vedevo l'ora che tutto finisse... una visione, anzi due visioni! Una bionda ed una mora: marmorei glutei infilati in aderenti pantaloni, magliettine tecniche attillate, caschetti scintillanti, atletiche spaccate...
Forse distratto da tutto questo sbaglio un'altra volta la via e mi metto a seguire gli spit sbagliati con la conclusione che devo un'altra volta sfoderare tutte le mie capacità atletico-arrampicatorie per riuscire  ad arrivare in sosta.
E qui mi permetto di spendere due righe di complimenti per il compagno di arrampicata Orz che nonostante le difficoltà è riuscito a salire senza mia appendersi alla corda.

Fortunatamente le difficoltà decrescono, ancora qualche tiro e siamo in cima allo Zucco dove Manuel e Mauri che erano stati più veloci di noi ci stavano aspettando.

Una veloce discesa in un bosco particolarmente fitto ci riporta nel giro di una mezzoretta alla macchina, il tempo di cambiarsi la maglietta e siamo di ritorno verso casa...


6 commenti:

  1. Bravo il mio Emilio, quando scrivi sei quasi un poeta.
    A dire il vero per me non è stato cosi semplice... anzi in certi passaggi l'ho fatta in braga e se fossi stato di primo avrei preso la via del ritorno senza pensarci, io un pò di hanni fa andavo a rampicare ma sempre in falesia quindi si parla di altezze non superiori ai 25/30 metri qui l'esposizione è ben altra cosa e dopo tanto tempo che non mettevo le scarpette seriamente insomma......
    Confermo che la vista della bruna ma sopratutto la bionda mi avrebbe spronato a salire anche di primo, presente l'asino con la carota ?
    infatti per sistemare gli zaini ci abbiamo tenuto una cifra....
    Spero di rifare qualcosa di simile ma con meno traffico altrimenti la poesia della montagna perde.
    Un saluto a tutti..... orz

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  2. Bravi, finalmente si riparla di montagna in questo blog....ma due fotine??? almeno una della bionda e una della mora, così tanto per capire!!!

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  3. Fare un foto "da sotto" alle more no???
    Beh diciamo che eravate impegnati a trovare la via giusta...
    Ho visto qualche report su internet davvero bella arrampicata!!
    Voi si che siete polifunzionali (sci, ramponi e picozza su ghiaccio, roccia, falesia, ecc.....) mica come quei ciula dell'Albertville e del Vu-nera).

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  4. ..Bravo Emilio, avvincente come sempre nei tuoi racconti.
    ..Bravo anche al nonnetto (ORZ) che ha rispolverato i controcaz.....di vecchi climber cresciuto pane e YOSEMITY.
    ..non penso sarei in grado di affrontare percorsi cosi tosti.....sono solo un umile trekker da sentieri!!
    Ciao a presto!!

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  5. Ma conta mia so di stupidade berta che con l'aiuto di emilio va che sali.
    Albertville se avessi visto un primo piano da sotto in certi passaggi altro che foto, da servizio fotografico....

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